Il Vescovo di Roma (il Papa) detiene un primato d’onore ed è soltanto un primus inter pares, ma per motivi storici, non per volontà divina; lo consideriamo fallibile come ogni altro essere umano così come hanno creduto tutti i cristiani-cattolici fino all’anno 1870 e non ha nessuna giurisdizione sulla Chiesa universale. La Chiesa di Roma è solamente una delle tante chiese cattoliche esistenti.

primus inter parens cattedra san pietro

 

Primus inter parens

Il concetto di Primus inter pares ("primo tra pari") ha radici profonde nella storia della Chiesa cristiana e nel diritto canonico. Questo principio è stato a lungo dibattuto, specialmente in relazione al ruolo del Vescovo di Roma, comunemente noto come Papa. Nella tradizione vetero-cattolica, il Papa non viene riconosciuto come un'autorità suprema con giurisdizione universale, ma come un primus inter pares, ovvero un vescovo con un primato d'onore all'interno della sua chiesa e al pari di tutti i vescovi esistenti nel mondo del Cattolicesimo universale.

Infallibilità di un uomo?

Il dogma dell'infallibilità papale, definito nel Concilio Vaticano I del 1870, afferma che il Papa, quando parla ex cathedra su questioni di fede e morale, è preservato dall'errore per intervento divino. Questa dottrina si basa sull'interpretazione del ruolo di Pietro come fondamento della Chiesa di Roma, secondo Matteo 16,18-19. Tuttavia, la Chiesa vetero-cattolica rigetta questa idea, sostenendo che nessun essere umano, nemmeno il Papa, possa essere immune dall'errore. Essi affermano che la Chiesa intera, riunita in concilio, è l'unico organismo che può discernere la verità della fede. Questo rifiuto dell'infallibilità papale ha portato i vetero-cattolici a sviluppare una teologia più collegiale e partecipativa, basata sulla tradizione dei primi secoli della cristianità.

La Concezione Vetero-Cattolica del Primato

La Chiesa vetero-cattolica nasce come reazione al Concilio Vaticano I (1870), durante il quale vennero proclamati il dogma dell'infallibilità papale e il primato giurisdizionale universale del Vescovo di Roma. I vetero-cattolici rifiutarono queste dottrine poichè estranee alla tradizione della Chiesa indivisa del primo millennio e non hanno fondamento biblico. Il Papa è il Vescovo Primate della Chiesa di Roma e non ha alcuna giurisdizione e alcun potere monarchico sulle altre Chiese Cattoliche e sul Cattolicesimo Universale.

Il Primato del Vescovo di Roma nella Chiesa Antica

Nella Chiesa primitiva, il Vescovo di Roma godeva di un particolare rispetto e autorevolezza, derivati dalla tradizione apostolica e dalla posizione centrale della città di Roma nell'Impero Romano. Tuttavia, il suo primato non era giuridico nel senso moderno, bensì di natura morale e simbolica. I primi Concili ecumenici riconoscevano il Vescovo di Roma come una figura di riferimento, senza però attribuirgli una giurisdizione diretta su tutte le altre sedi episcopali.

Il Concilio di Nicea (325 d.C.) e il Concilio di Calcedonia (451 d.C.) stabilirono l'importanza dei patriarcati, con particolare riferimento a Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Roma era considerata prima per la sua associazione con gli apostoli Pietro e Paolo, ma la sua autorità non era assoluta. Questo equilibrio fu mantenuto fino allo scisma tra la Chiesa d'Oriente e d'Occidente nel 1054, che portò a una divergenza sempre più netta sulle prerogative del Papato.