Il messaggio di Natale del nostro Arcivescovo Stefano

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,

in questa notte di luce, nella quale facciamo memoria della nascita di nostro Signore Gesù Cristo, ci ritroviamo insieme, uniti nel cuore e nello spirito, per celebrare un evento che ha cambiato per sempre la storia dell'umanità. Meditando sul Vangelo di Luca nelle nostre comunità, siamo testimoni della nascita del Salvatore, il Figlio di Dio che, venendo tra noi, ci porta la vera speranza, la pace e la salvezza.Il racconto lucano ci introduce in una scena semplice, ma straordinaria, che ci invita a fermarci e a riflettere. La narrazione inizia con un ordine imperiale che obbliga Maria e Giuseppe a spostarsi verso Betlemme, proprio quando Maria è prossima al parto. La grandezza del mondo politico e l’apparente indifferenza del potere romano sembrano dominare, ma nel silenzio della notte, in una stalla umile e semplice, si compie la più grande delle meraviglie: la nascita di un bambino che cambierà le sorti del mondo.

"Un angelo del Signore si presentò a loro, e la gloria del Signore li avvolse di luce."Immaginate questa scena: in mezzo alla povertà e alla miseria, agli occhi di chi sarebbe forse passato senza notarla, nasce Colui che sarà proclamato Re. La gloria di Dio si rivela non con potenza terrena, ma con una luce che brilla nel buio della notte. È una luce che riscalda, consola e illumina i cuori di chi è pronto a riconoscerla. Tuttavia, come ci insegnano le Scritture, anche questo non è un messaggio rivolto solo ai potenti, ai ricchi o ai prepotenti. È un messaggio che raggiunge prima di tutto i poveri, gli ultimi, i pastori che vegliano nei campi.L’angelo, portando il lieto annuncio, non ha paura di svelare il mistero più grande di tutti: "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo Signore" (Lc 2,11).

Quel bambino è il Salvatore, Colui che viene a liberarci con la sua Parola, a portarci la pace, a restituirci la speranza di un mondo migliore. È il Cristo, il Messia tanto atteso, ma che si rivela in un modo completamente diverso da come ci saremmo aspettati. Non tra le mura di un palazzo, ma in una grotta, avvolto in fasce, deposto in una mangiatoia. Eppure, in quel Bambino, risplende la luce di Dio che viene a rivelare il volto della misericordia infinita e della grazia.Dio si è manifestato nella debolezza umana, scegliendo di entrare nel mondo non come un potente o come un sovrano, ma come un bambino fragile e indifeso, che ha bisogno di cura e dedizione. Questa scelta di Dio, piena di umiltà, è un segno profondo della sua vicinanza a ciascuno di noi, in particolare a chi vive nella sofferenza, nella solitudine, nell'emarginazione. Dio non ci ha guardato da lontano, non ci ha giudicati dall’alto, ma si è fatto uomo, partecipando alla nostra condizione di fragilità, di dolore e di limitazione.

Alla notizia dell’angelo, i pastori non si fermano a riflettere o a chiedersi se davvero è possibile ciò che stanno ascoltando. Non si lasciano prendere dal timore o dall'indifferenza. Subito prendono una decisione e si mettono in cammino, fidandosi del messaggio che hanno ricevuto. "Andiamo fino a Betlemme e vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere" (Lc 2,15). Non si accontentano di sentire, ma vogliono vedere e toccare con mano quella promessa che è stata loro annunciata.Anche noi, come i pastori, siamo chiamati a non fermarci alle parole, ma a lasciarci guidare dalla fede, a fare spazio a Cristo nel nostro cuore e nelle nostre vite.

Il Natale è un tempo da vivere che porta con sé una possibilità di riscatto e di rinascita, una chiamata alla gioia e a poterci accorgere che tutte le cose si fanno nuove. Siamo chiamati a vivere pienamente il perseguire l’amore, la pace, la libertà, l’uguaglianza e la giustizia. La nascita di Gesù, infatti, non è solo un fatto che riguarda il passato, perché facendo memoria di quell'evento, diventa un tempo che ci invita a vivere il presente per costruire un mondo migliore: il Regno di Dio.

Come ci insegnano i Vangeli, è nell'amore che si manifesta la “gloria di Dio”: la realizzazione della sua volontà, l'amore, l’unico grande comandamento che racchiude tutta l'essenza cristiana. E questo amore non si ferma a poche persone, perché il cuore di Dio batte per tutti gli esseri viventi senza eccezioni e senza preclusioni. Tocca quindi a noi imparare a praticare l’amore con la massima coerenza possibile. Ogni giorno, in ogni gesto, in ogni parola, siamo chiamati a costruire un mondo che rispecchi la giustizia, la pace e la libertà che Cristo ci ha annunciato.

Che il nostro cuore accolga la Parola che si è fatta Carne, affinché possa guarire le nostre ferite, sanare le divisioni, ridare speranza a chi si sente smarrito e solo.
Che la luce di Cristo possa risplendere in tutti noi, facendoci strumenti di pace e di riconciliazione in questo mondo pervaso dall'odio e dalle guerre. Mentre celebriamo la nascita di Gesù, ricordiamoci che il compito che ci è affidato è grande e urgente. Non possiamo restare indifferenti. Ogni piccolo passo verso l’amore, la giustizia, la pace, è un passo che ci avvicina al Regno di Dio. Ognuno di noi, nella propria vita quotidiana, in famiglia, nel lavoro, nella società, ha l’opportunità e la responsabilità di testimoniare l’amore che Cristo ci ha insegnato.

Auguro a voi e alle vostre famiglie un Natale che non finisca con la notte, ma che diventi l’inizio di un cammino di trasformazione personale e collettiva. Che la pace e l’amore di Cristo riempiano ogni angolo del nostro cuore e della nostra vita. Che possiamo essere veri testimoni di ciò che abbiamo ricevuto, portando a tutti, senza distinzione, il dono dell’amore, della libertà, della giustizia e della pace.
Che il Signore vi benedica e vi accompagni in questo cammino di gioia e amore.

++Stefano

 

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