Il messaggio di Natale del nostro Vescovo Stefano

Anche quest’anno facciamo memoria del Natale. Questo è il mio primo messaggio da Vescovo che rivolgo a voi tutti e tutte, investito del ruolo che la Chiesa di Dio mi ha chiamato a ricoprire da quest’anno. Sono emozionato e vorrei scrivere e parlare con voi ore e ore. Da giorni penso a quale augurio è più consono per il Natale di quest’anno. Non basta il solito e consueto “Buon Natale”, non ha più significato alcuno quando è l’abitudine ricorrente di anno in anno a farcelo pronunciare, soprattutto da quando l’essenza di questa memoria è diventata un mero commercio. E sempre per consuetudine, la maggior parte della popolazione va ad assistere alla “messa di Natale”, senza viverla attivamente con gioia. Chi in questi giorni vuole vivere davvero questa memoria e si riunirà nella propria comunità, ascolterà i soliti brani evangelici di Luca e Matteo. Vi prego però di ragione sul messaggio che ci riportano i vangeli dell’infanzia. Colgo l’occasione per riscoprire insieme a voi la bellezza della semplicità di questi racconti. In Matteo il protagonista è senza dubbio Giuseppe, un uomo semplice che è rimasto sconvolto da ciò che è successo a Maria, e vive quei momenti pieno di ansie e paure dovute ai pericoli che potevano capitargli secondo la legge vigente del suo tempo. Come non capirlo? Maria, promessagli sposa, ancora ragazzina, rimane incinta, ma lui si fida ciecamente di Dio che si palesa in sogno, lo rassicura del futuro e gli indica la strada da seguire. In Luca, invece, è Maria che vive in prima persona la nascita del figlio, una giovane donna che dona tutta la sua vita a Dio con quel sì pronunciato liberamente per dare avvio al miracolo della vita, la nascita di un figlio, ma pienamente cosciente di ciò che l'esistenza gli mette di fronte. Queste due umili persone si lasciano travolgere completamente dal disegno riservato loro da Dio e accolgono ciò che gli viene donato: un Dio che si fa bambino, l’essere umano più fragile che ha bisogno di cure e attenzioni. E poi i pastori, quelle persone che al tempo di Gesù erano etichettate come impure solo perché quello era il loro lavoro, la loro attività. Si credeva che quando il messia sarebbe arrivato, allora questi pastori sarebbero stati puniti, e ironia della sorte, Dio stesso per primo si presenta loro manifestandosi nel suo splendore e nel suo amore. Il figlio di Dio nasce come gli ultimi, in un posto sperduto e in una stalla, in mezzo agli animali, ma contornato dall’affetto dei suoi genitori e delle persone umili del paesello che dopo averlo visto, riferirono ciò che era stato detto loro: la grande gioia di un Dio uomo, di un Dio ultimo, di un Dio emarginato. E infine i Magi, segno di una società non considerata dalla religione dell'epoca, additati come pagani, esclusi dalla tradizione giudaica, ma sono anche loro i primi ad accorgersi di quel Dio che si manifesta nella storia e nella debolezza umana. Ci troviamo davanti a tanti personaggi che i Vangeli ci presentano come esempi tangibili dell’umiltà e della fiducia. Essi ci svelano un bambino avvolto in fasce, dono straordinario di un Dio che vuole ristabilire l’alleanza con l’essere umano. Un’alleanza che l’uomo ha rifiutato sin dai tempi antichi e che con il Natale si rinnova per volontà di Dio che fa l’ennesimo primo passo. Siamo chiamati così a far nascere in noi la fiducia in quel Dio che si è incarnato in Gesù e l’ha sostenuto nel suo andare controcorrente in una società dimenticata e senza valori umani. Ed è in Gesù di Nazareth che dobbiamo riscoprire sia quel profeta che ci ha presentato un Dio nuovo, sia quell'uomo che ha lottato tutta la vita fino alla morte contro i pregiudizi, le disuguaglianze e le emarginazioni, affinché la giustizia, la libertà, la pace, la fraternità e l’amore fossero i capisaldi di uno stile di vita cristiano.
Il mio augurio è di vivere sempre ogni giorno il Natale di nostro Signore facendo nascere in noi e nel nostro prossimo l’impegno per una società nuova. E le chiavi per svoltare e mettere in atto questo nuovo modo di vivere si trovano nei momenti di dialogo e di semplice convivialità, per condividere la quotidianità di tutti i giorni attivando in noi il desiderio di far nascere sempre più relazioni sane e autentiche, nel silenzio della meditazione, per scavare dentro di noi e scoprire la luce di quel Dio che si palesa nel nostro intimo più profondo, e infine nella preghiera, momento di serenità da cui rifornirci di quel gran Bene che solo Dio è in grado di infondere nei nostri cuori. Saremo così in grado di lottare per tutti e tutte, anche per gli oppressi, gli emarginati, i senza tetto, gli stranieri, i violentati e i negati dei loro diritti e tutele, donando loro il sorriso della speranza e della rinascita. Vi auguro nella Notte Santa di sentire l’annuncio degli angeli che cantano a squarciagola l’inno di gloria al Dio più rivoluzionario del mondo e di accorgerci delle grida disperate dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che ci svegliano la coscienza e ci svelano il tempo di alzare lo sguardo verso l’alto con negli occhi la speranza di un domani migliore. Vi auguro di accendere sempre in voi il desiderio ardente di continuare il vostro cammino sulla stessa strada della Parola del Dio vivente e di avvicinarvi al grande mistero della manifestazione del Signore negli ultimi della nostra società attraverso la condivisione e il servizio. Solo così troveremo la gioia di aver donato vita e speranza a chi si crede ormai spacciato. Il Figlio di Dio, quel Bambino che è stato donato al mondo, è la scommessa più grande che Dio ci ha fatto affinché ci insegnasse a vivere nell’amore e nella pace. Non tutti sono accorsi in quella stalla perché non si sono accorti che nel loro cuore quella Novità di Vita Nuova veniva cantata dal coro angelico. Questo capita anche a noi quando tappiamo le orecchie del nostro cuore, malati di egoismo ed egocentrismo. Il Signore ogni anno, nella memoria del Natale, ci rinnova il suo irrompere nel mondo e continua a trovare uomini e donne che non capiscono il suo dono di vita. Facciamoci travolgere da questo Annuncio di Vita anche quest’anno e apriamo i nostri cuori al canto degli angeli e all’invito dei pastori e dei magi che ci indicano la strada per trovare in noi e nel prossimo la grotta di Betlemme e accorgerci della Luce che ci alberga per illuminare la nostra vita. Auguro a tutti e a tutte un Santo Natale illuminato da quella Luce che abbiamo trovato insieme affinché possiamo diventare sentinelle e lanterne che illuminano e rischiarano le vie oscure del mondo.
La mia benedizione in questo santissimo giorno.
+Stefano

 

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)


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