Valdesi - 850 anni di fede e libertà
Nel 2024 cade l'importante anniversario della nascita del movimento valdese
Nella conferenza stampa di martedì 22 agosto, «Valdesi: 850 anni di fede e libertà. Storia, impegno, cittadinanza», il pastore Eugenio Bernardini, coordinatore del gruppo di lavoro appositamente nominato, ha osservato che questa ricorrenza «ricorda agli italiani che questo paese, sebbene a maggioranza cattolica, è sempre stato plurale dal punto di vista religioso e culturale, con presenze antichissime: ebrei, ortodossi, ma anche noi valdesi, presenti da secoli con una proposta cristiana diversa da quella cattolica, più attenta alla responsabilità personale, al fondamento biblico della fede e alla libertà di coscienza».
Bernardini ha ricordato Valdo di Lione, vissuto circa 40 anni prima di Francesco d'Assisi, un commerciante di tessuti che si converte a una forma di cristianesimo essenziale e povero. «Dalle sue intuizioni prende avvio il movimento valdese - che nel 1500 diventerà una chiesa evangelica protestante - che manterrà sempre tre principi fondamentali: la conoscenza diretta e personale della Bibbia, che porta a dover imparare a leggere e scrivere, e a comprendere quello che si legge, e quindi all'istruzione e all'educazione dei ceti popolari; la libertà di predicare in pubblico da parte di tutti e non solo del clero, che è il fondamento della moderna libertà di opinione e di coscienza; la povertà della chiesa, che la libera da un rapporto con il potere politico ed economico che snatura la sua missione specifica».
Si è parlato anche di tutela delle minoranze, dei deboli, degli ultimi, di diritti costituzionali e di rapporto fra organizzazioni religiose e Stato: «Il Concordato dà una preminenza all'azione della Chiesa cattolica – ha chiosato Bernardini - in ambiti importanti e delicati come quello scolastico, ospedaliero, carcerario e militare. Eppure l'Italia era plurale già prima del Concordato e oggi lo è ancor di più. Sarebbe molto importante che la Chiesa cattolica accettasse e proponesse un cambiamento di quadro, di paradigma, che apra alle altre presenze religiose, e in modo equilibrato e rispettoso anche dei non religiosi. Sarebbe un guadagno per tutti, e un segno di intelligenza e coraggio spirituale».
Quanto ai lavori per gli 850 anni del movimento valdese, si parlerà di un movimento capace di cambiare nel corso dei secoli, di "valdismi" al plurale, non solo per adattarsi ai diversi momenti storici, ma anche perché una chiesa caratterizzata dal principio di accoglienza, come ribadito nel sermone di apertura del Sinodo, «non solo cambia chi entra in contatto con essa, ma viene cambiata da coloro che accoglie».
Fonte: Agenzia stampa Nev-Notizie evangeliche
Riforma, 1 settembre
Nella conferenza stampa di martedì 22 agosto, «Valdesi: 850 anni di fede e libertà. Storia, impegno, cittadinanza», il pastore Eugenio Bernardini, coordinatore del gruppo di lavoro appositamente nominato, ha osservato che questa ricorrenza «ricorda agli italiani che questo paese, sebbene a maggioranza cattolica, è sempre stato plurale dal punto di vista religioso e culturale, con presenze antichissime: ebrei, ortodossi, ma anche noi valdesi, presenti da secoli con una proposta cristiana diversa da quella cattolica, più attenta alla responsabilità personale, al fondamento biblico della fede e alla libertà di coscienza».
Bernardini ha ricordato Valdo di Lione, vissuto circa 40 anni prima di Francesco d'Assisi, un commerciante di tessuti che si converte a una forma di cristianesimo essenziale e povero. «Dalle sue intuizioni prende avvio il movimento valdese - che nel 1500 diventerà una chiesa evangelica protestante - che manterrà sempre tre principi fondamentali: la conoscenza diretta e personale della Bibbia, che porta a dover imparare a leggere e scrivere, e a comprendere quello che si legge, e quindi all'istruzione e all'educazione dei ceti popolari; la libertà di predicare in pubblico da parte di tutti e non solo del clero, che è il fondamento della moderna libertà di opinione e di coscienza; la povertà della chiesa, che la libera da un rapporto con il potere politico ed economico che snatura la sua missione specifica».
Si è parlato anche di tutela delle minoranze, dei deboli, degli ultimi, di diritti costituzionali e di rapporto fra organizzazioni religiose e Stato: «Il Concordato dà una preminenza all'azione della Chiesa cattolica – ha chiosato Bernardini - in ambiti importanti e delicati come quello scolastico, ospedaliero, carcerario e militare. Eppure l'Italia era plurale già prima del Concordato e oggi lo è ancor di più. Sarebbe molto importante che la Chiesa cattolica accettasse e proponesse un cambiamento di quadro, di paradigma, che apra alle altre presenze religiose, e in modo equilibrato e rispettoso anche dei non religiosi. Sarebbe un guadagno per tutti, e un segno di intelligenza e coraggio spirituale».
Quanto ai lavori per gli 850 anni del movimento valdese, si parlerà di un movimento capace di cambiare nel corso dei secoli, di "valdismi" al plurale, non solo per adattarsi ai diversi momenti storici, ma anche perché una chiesa caratterizzata dal principio di accoglienza, come ribadito nel sermone di apertura del Sinodo, «non solo cambia chi entra in contatto con essa, ma viene cambiata da coloro che accoglie».
Fonte: Agenzia stampa Nev-Notizie evangeliche
Riforma, 1 settembre