Dio non è al governo - Michele Serra

Mi domando perché mai, e da chi, Dio debba essere “difeso”, come dicono Meloni e Orbán nelle loro adunate cameratesche.
Se si tratta del Padre Eterno della vulgata monoteista, maschio e onnipotente, il Dio delle Nazioni e della guerra, il Gott mit uns di tutte le epoche, il Dio barbuto e vendicativo del patriarca Cirillo, degli imam fanatici, dei suprematisti cristiani, il Dio che “la spada, non il Libro ha nella mano” (Guccini), allora siamo noi che dobbiamo proteggerci e metterci in salvo: ancora poche migliaia di anni e magari ce la faremo.
Se invece si tratta del Motore sconosciuto che tutto muove, e tutto ha creato, non ha alcuna necessità di essere difeso da alcuno. È blasfemo considerarlo “in pericolo”. Si difende magnificamente da solo, e rimarrà a dispensare la luce e la vita quando Nazioni, Patrie, Destre (e anche Sinistre) saranno considerate solo una goffa parentesi della storia umana. Siamo un peto in mezzo alle galassie, chi ci crediamo di essere, per proclamarci Guardiani della Fede?
Questo uso politico della religione non ha nulla di religioso e men che meno di spirituale. È grevemente mondano.
Anche quando sia attuato in buona fede (dunque per zelo fanatico e non per cinico calcolo) è pericoloso e detestabile. È la reiterazione di un tribalismo religioso (il mio Dio è quello vero, il tuo è quello falso) che ha portato distruzione, persecuzione, terrore, guerra e morte.
Quelli che hanno il copyright di Dio fanno spavento: da loro, sì è necessario difenderci. Dio, a meno di imprevedibili rimpasti, non è un membro del governo Meloni.

- 15/09/2023 La Repubblica
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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