XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
Commento a Gv 6,24-35: Pane di vita

Il brano del Vangelo di Giovanni che parla del "Pane di vita" è un testo denso di significati spirituali e simbolici, che richiede una riflessione profonda per essere compreso appieno. Questo discorso di Gesù, inserito nel contesto più ampio della sua predicazione in Galilea, non è solo un insegnamento teologico, ma un invito a vivere una vita trasformata, nutrita da valori che vanno oltre il mero sostentamento fisico.

1. Il contesto storico e culturale

Giovanni scrive il suo Vangelo alla fine del primo secolo, in un momento in cui la figura di Gesù era già stata profondamente riflettuta e reinterpretata dalle prime comunità cristiane. Queste comunità erano immerse in un ambiente culturale complesso, caratterizzato da influenze ellenistiche e gnostiche, che portarono a una comprensione sempre più alta e mistica della persona di Gesù. Se all’inizio del cristianesimo Gesù era visto principalmente come un profeta, un rabbì con un messaggio potente e rivoluzionario, col tempo è stato progressivamente riconosciuto come il Figlio di Dio, il Verbo fatto carne. Questo processo di "divinizzazione" è evidente nel Vangelo di Giovanni, dove Gesù non è solo un maestro di vita, ma il "Pane disceso dal cielo", colui che può dare la vita eterna.

Le parole che Giovanni attribuisce a Gesù in questo capitolo sono probabilmente frutto di una riflessione teologica maturata all’interno di una comunità che cercava di comprendere il mistero della sua figura. Quando Gesù dice: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete", sta parlando in un linguaggio profondamente simbolico, che invita a vedere in lui non solo un risolutore di problemi temporanei, ma la risposta ultima al bisogno umano di senso e pienezza.

2. Il messaggio del "Pane di vita"

Il discorso sul "Pane di vita" si inserisce immediatamente dopo due episodi miracolosi: la moltiplicazione dei pani e dei pesci e il cammino di Gesù sulle acque. Entrambi questi eventi dimostrano la potenza di Gesù, la sua capacità di intervenire nella realtà fisica per provvedere ai bisogni delle persone. Tuttavia, Gesù non vuole che i suoi seguaci si fermino a questi segni esteriori. La sua preoccupazione non è solo di saziare la fame fisica, ma di far capire che esiste una fame più profonda, una fame spirituale, che solo lui può colmare.

Quando la folla si raduna intorno a lui, ancora entusiasta per il miracolo del giorno precedente, Gesù li ammonisce: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna…". Con queste parole, Gesù spinge i suoi ascoltatori a guardare oltre le necessità immediate, a cercare quel "pane" che può veramente nutrire l’anima e dare senso alla vita. Questo pane è il suo insegnamento, la sua stessa persona, che si dona per la salvezza del mondo.

3. Il significato per la vita quotidiana

L’invito di Gesù a procurarsi il "cibo che dura per la vita eterna" è un messaggio che risuona anche oggi con grande forza. In una società come la nostra, spesso dominata dal consumismo e dalla ricerca del benessere materiale, queste parole ci richiamano a una dimensione più profonda della vita. Gesù ci invita a non fermarci alle cose che periscono, ma a cercare ciò che può veramente nutrire il nostro spirito: l’amore, la giustizia, la verità.

Nella vita quotidiana, questo significa fare scelte che non siano dettate solo dall’egoismo o dall’interesse personale, ma che tengano conto del bene comune, della dignità degli altri, della necessità di costruire relazioni autentiche e solidali. Significa anche riconoscere che la vera felicità non viene dal possesso delle cose, ma dalla capacità di donarsi, di condividere, di vivere in armonia con gli altri e con il creato.

4. Il messaggio per noi oggi

Il messaggio del "Pane di vita" è particolarmente rilevante nel contesto attuale. Viviamo in un mondo segnato da profonde ingiustizie, da disuguaglianze crescenti, da conflitti e tensioni sociali. In questo scenario, l’insegnamento di Gesù appare come una luce che ci guida verso un modo di vivere più umano, più giusto, più solidale. Gesù ci invita a diventare costruttori del regno di Dio, un regno in cui non ci siano più persone affamate o oppresse, in cui tutti possano godere dei doni della terra in maniera equa e sostenibile.

Ma questo regno non si costruisce da solo: richiede il nostro impegno, la nostra capacità di mettere in pratica ogni giorno i valori del Vangelo. Significa accogliere il "pane di vita" che Gesù ci offre e lasciarci trasformare da esso, per diventare a nostra volta pane spezzato per gli altri, fonte di nutrimento spirituale e materiale per chi ci sta intorno.

5. Immedesimarsi nella folla e nel cammino spirituale

Immaginiamo di essere parte della folla che segue Gesù lungo le rive del lago di Tiberiade. Siamo lì, mossi da curiosità, da un desiderio di speranza, dalla ricerca di un senso per la nostra vita. Forse siamo anche affascinati dai miracoli che abbiamo visto, ma non capiamo ancora del tutto chi sia davvero Gesù e cosa stia cercando di dirci. Come quelle persone, anche noi siamo chiamati a fare un cammino di fede, a passare dalla ricerca di soluzioni immediate per i nostri problemi materiali alla scoperta di un nutrimento più profondo, che solo Gesù può darci.

Questo cammino è simile a quello che possiamo fare oggi, nella nostra vita quotidiana. Ogni volta che ci fermiamo a riflettere sul senso delle nostre azioni, ogni volta che cerchiamo di andare oltre l’apparenza delle cose per trovare ciò che veramente conta, stiamo facendo quel cammino spirituale che Gesù propone. E come allora, anche oggi questo cammino richiede coraggio, determinazione e apertura di cuore.

6. Il messaggio per il nostro tempo e la nostra società

In un tempo in cui siamo spesso distratti da mille cose, in cui la vita corre veloce e siamo costantemente bombardati da messaggi che ci invitano a cercare il successo, il potere, il benessere materiale, l’invito di Gesù a cercare il "Pane di vita" suona come una sfida controcorrente. È un invito a riscoprire la centralità dei valori spirituali, a rimettere al centro della nostra esistenza ciò che veramente conta: l’amore per Dio e per il prossimo, la ricerca della giustizia, la costruzione di relazioni autentiche e solidali.

Gesù ci insegna che il vero "nutrimento" per la nostra vita non è qualcosa che possiamo comprare o accumulare, ma è un dono che riceviamo e che siamo chiamati a condividere. È un invito a vivere in modo più semplice, più sobrio, più attento agli altri e al mondo che ci circonda. È un richiamo a non lasciarci ingannare dalle promesse effimere del consumismo, ma a cercare quel cibo che può davvero saziare la nostra sete di verità, di amore, di giustizia.

7. Vvivere il messaggio del "Pane di vita" oggi

Il "Pane di vita" che Gesù ci offre non è solo un simbolo religioso, ma un invito concreto a vivere in modo diverso, a fare delle scelte che riflettano i valori del Vangelo. È un invito a trasformare la nostra vita e il nostro mondo, a contribuire alla costruzione di un regno di pace, giustizia e fraternità. Questo richiede da parte nostra un impegno quotidiano, una disponibilità a lasciarci trasformare dall’incontro con Gesù e dal suo insegnamento. Esso è un dono che richiede una risposta. Gesù ci invita a seguirlo, a fidarci di lui, a lasciarci nutrire dal suo amore e dalla sua parola. Se accettiamo questo invito, la nostra vita può diventare un segno della presenza di Dio nel mondo, un segno di speranza, di pace, di fraternità per tutti coloro che incontriamo.

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero Cattolica Riformata)


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