Commento a Lc 2,1-20

La notte di Natale è giunta anche quest’anno. Ricordo l’emozione di quando ero bambino, la speranza e l’attesa di vivere alla grande quel momento, la riunione dei famigliari, i regali e soprattutto la messa di mezzanotte, momento di grande “magia”. Poi col passare degli anni ci si fa l’abitudine, il tempo vola, e da una anno all’altro sembra sempre più breve. E quell’emozione di quando ero bambino dove è andata ? Era solo un’illusione ? No, anzi è presente più che mai. Le sacre scritture di questa notte sono ormai conosciute quasi a memoria, ma ogni volta che mi soffermo e rifletto sul loro contenuto, scopro che quell’energia vive ancora e si rinnova sempre più profondamente. L’evento Gesù non finisce di emozionare. Il dono dello Spirito è dinamico, si rinnova e non stufa mai.

In questo anno 2023 riflettiamo insieme su alcuni temi secondo me fondamentali. Il profeta Isaia usa descrivere in modo diciamo così, poetico, concetti di un'assoluta importanza e bellezza.

Il tema della luce, il tema della gioia, il tema della fine dell’oppressione, il tema di un potere salvifico, contro il quale non si può competere. Tutto ciò racchiuso in un evento che, a prima vista, è di una normalità assoluta, la nascita di un bambino. Cosa cambia con l’arrivo di questo Bambino ? Tutto. Ciò che era prima non ha più potere su di noi, da quell’istante la storia si divide in due, prima di lui e dopo di lui. Prima eravamo nelle tenebre, adesso siamo nella luce, prima eravamo nella grande tristezza, adesso siamo nella gioia, prima eravamo oppressi dal giogo pesante, causato dalla nostre cattive azioni, ora quel giogo è spezzato, è tolto e non esercita più il suo peso su di noi. Prima eravamo schiavi del nemico, ora quel nemico è vinto, ed è vinto con un potere contro il quale non si può competere, l’energia dell’amore che scaturisce da Dio. Nessun nemico per quanto bravo sia ad ingannare, riesce ad emettere amore, solo colui che salva può emettere questa forza rigenerante, creatrice di vita. E tutta questa roba viene concessa come dono, anche se non la meritiamo.

La lettura del Vangelo di Luca mi emoziona in modo particolare. A prima vista sembra il racconto di un evento assolutamente comune e normale. Una famiglia non molto ricca, come molte altre, che parte per un viaggio diciamo così, politico. L’impero vuole fare un censimento della popolazione e i cittadini sono tenuti a ubbidire. Tra un disagio e l’altro questa giovane coppia parte e durante il viaggio, la moglie giunge al termine della gravidanza e deve partorire. Il fatto avviene in modo  naturale e viste le condizioni di traffico e densità di popolazione, trovano una sistemazione di fortuna. Dico io, ma non potevano aspettare qualche giorno in più prima di partire? Sicuramente sapevano che la gravidanza era al termine, a questo riguardo mi immagino le giovani donne moderne gravide, le quali al primo disagio vanno in panico, perlomeno nella maggior parte dei casi. La Mamma di Gesù non si preoccupa e parte comunque. Non è che per caso Gesù nasce prematuro a causa dello stress del viaggio ? E se anche fosse che importa. Battute di circostanza a parte. Cos’è importante davvero? Il fatto che sia nato. Mentre il mondo è preoccupato nello svolgere questioni politico civili, si compie il più grande evento della storia. Mi immagino la scena, gente che si sposta nei disagi dell’epoca , densità di popolo indaffarato nelle questioni del  momento, e Lui che si presenta a noi come un qualsiasi bambino che si affaccia per la prima volta in questo mondo confuso.

 Però il fatto è talmente importante che non può restare nascosto. Chi lo viene a sapere nell’immediato ? Forse quelli che erano più attenti , o meglio le persone più lontane dal trambusto del vivere, coloro che per il mestiere che fanno, hanno più tempo per meditare. I pastori. Anche in questo caso mi immagino la scena. Queste persone umili che all’improvviso vedono ciò che sappiamo dal racconto evangelico e si dicono: ma che succede ? Dal racconto si capisce che non stavano sognando perché una grande paura li invade. E dopo aver avuto un simile incontro vanno alla capanna e cosa trovano ? Un neonato impotente che giace tranquillo in una culla di fortuna. Lo guardano e il loro cuore si commuove, sei proprio tu si chiedono, noi credevamo che arrivasse chissà chi, e invece eccolo qui, un neonato come tanti che si affida alle cure di papà e mamma. Lui li guarda con gli occhi di un bambino, pieno di fiducia nella vita e nel mondo. Forse non sa ancora cosa lo attende, ma i suoi occhi già parlano a quei pastori: state sereni perché sarà dura, ma alla fine vincerò io e tutto il Pianeta parlerà di Me. Voi siete stati più fortunati di altri nel vedermi, ma anche quelli che non mi hanno visto, o che per la loro superbia mi odieranno, parleranno di me.

Siamo ancora lontani da quel giorno, ma a me non può che tornare in mente la fine del racconto di Luca : “ il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi mi sarete testimoni “. Chi sarà testimone di questi fatti nel mondo moderno ? Noi, col nostro esempio di vita.

Buon Natale a tutti.

 

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)


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