Commento a Lc 1,26-38

Questa pericope ci riporta una leggenda che rientra tra quei racconti natalizi che ci invitano a guardare e riflettere sulla figura storica di Gesù, sulla sua missione e sul suo messaggio. “Tu sei stata fatta oggetto di un dono gratuito” ci riporta all’azione rinnovata di Dio che entra nell’umanità. Maria di Nazareth è quel tramite che Dio usa sconvolgendo la storia del tempo, una ragazzina. Lo sguardo di Dio si è posato su questa fanciulla per darle una dignità come la dà a tutti gli emarginati, discriminati e oppressi. Al tempo di Maria le donne contavano poco, erano una proprietà di un uomo che deteneva il potere di vita o di morte. Erano costrette a vivere nell’ombra, spesso maltrattate e schiave. Una discriminazione che le donne subiranno per tanti secoli ancora. Una donna che andava a letto con un altro uomo veniva lapidata. Per salvarsi dalle accuse di un uomo, bisognava contrastare con le testimonianze di sette donne. doveva raccogliere ben sette donne per contrastare quella di un uomo.

Maria è quella donna che si è accorta della presenza del Padre/Madre che cambia ogni giorno la vita dando vita. Dice a Dio quel sì al miracolo della vita come tutte le donne di questo mondo. Canta il suo gloria, fiduciosa nel Dio del presente che entra nel futuro. 

Maria è il mezzo con cui Dio si fa visibile con la venuta del Cristo, il Verbo nuovo, la seconda possibilità che Dio ci ha messo di fronte e che non abbiamo capito, un uomo che porterà il rinnovamento, e il compimento di quelle opere grandi non capite dal popolo dell’AT. Quando la storia sembra non avere più un lieto fine, Dio stravolge e da un'altra opportunità quella della nascita e della rinascita del Figlio. E a noi quante possibilità di rinascita ci offre ogni giorno?

Dio ha messo in mano a una donna la possibilità di essere il tramite della salvezza umana, riscattandola dal pensiero comune. Dio si fida quindi di chi non ha la fiducia degli altri. Maria rimane senza parole all’annuncio non capendo che niente è impossibile a Dio. “Perché proprio me?” si domanda quella ragazzina. Questa è la stessa domanda che ci facciamo quando siamo chiamati da Dio. Una grazia a cui Maria risponde: “Ecco, sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola!”. Lei sa che può fidarsi del Dio che lei osanna con il Magnificat. E qui l'invito a vedere in Maria un tramite delle grandezze di Dio senza divinizzarla traviando la sua immagine di donna umile. Noi dobbiamo invece prendere come esempio questa donna, dobbiamo essere quel tramite che porta giustizia nella nostra società riscrivendo ogni giorno questo bellissimo canto dando voce e potenza ai discriminati, agli emarginati e agli oppressi e ammonendo i fratelli superbi e prepotenti gettandoli giù dai loro troni di sabbia.

L’angelo invece gioca un ruolo fondamentale in questa pericope, diventa segno tangibile di Dio che cerca di avvicinarsi ed irrompere nella storia dell’umanità annunciando il suo amore. Nella nostra società siamo sempre presi da ciò che è superfluo, soprattutto in questo periodo natalizio, ma c’è sempre qualcuno pronto a svegliarci. Ad esempio per Maria e Giuseppe l’angelo è una figura che li accompagna e li incoraggia, quella vicinanza e manifestazione di un Dio distante dalle leggi umane. Il Vangelo di oggi ci invita dunque a diventare quegli angeli che aprono la possibilità di cieli e terre nuove, che donano vita e salvezza annunciando l’amore di Dio. Donne e uomini che ci sollevano nei momenti difficili della vita e che sono al nostro fianco, profeti che ci svegliano e ci svelano la bellezza della vita, che ci invitano a guardare la realtà richiamandoci alla responsabilità.

 

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)


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