Commento al Vangelo del giorno Mt 22,1-14

Pur non avendo mai messo in dubbio né la missione né l'autorità di Giovanni, Gesù non continuò l'opera del Battista e dei suoi discepoli nella radura del Giordano, ma inaugurò la propria attività in Galilea. Il tratto più caratteristico della sua attività pubblica fu la predicazione itinerante. Il messaggio di Gesù era rivolto a tutti Israele e non ad un gruppo di prescelti. Ma lo strumento della sua azione non fu il battesimo nel Giordano, ma la parola e la mano compassionevole. Egli non volle formare un resto santo, né costituire una comunità separata dal resto del popolo di Israele come gli esseni di Qumran. La sua missione era quella di radunare tutto il popolo di Israele per il regno di Dio, portandolo così alla metà finale del suo cammino storico. Tuttavia, il regno di Dio non appartiene soltanto al futuro. Gesù mette il regno in rapporto con la sua persona e questo è senza dubbio l'aspetto più nuovo e decisivo della sua predicazione. L'annuncio della buona notizia ai poveri e le sue guarigioni, sono segni del fatto che il regno di Dio si è già realizzato come promessa. Il regno è il modo particolare dove Gesù manifesta la sua solidarietà con i pubblicani e i peccatori, siede con e concede loro il perdono. Il presente è già il tempo della salvezza. Per ottenere la salvezza non occorreva fare penitenze o digiuni per i peccati commessi. L'invito alla penitenza che Gesù dichiara non è tuttavia del suo messaggio. Il centro del suo messaggio è cercare chi è perduto.  Il Dio giudice ha ceduto il passo al Dio di bontà. La chiamata dei primi discepoli vede da parte di Gesù delle esigenze molto dure, poiché nelle prime comunità di Matteo i responsabili delle comunità non davano un buon esempio. Per i discepoli l'autorità di Gesù aveva un carattere unico e assoluto. Gesù chiama con sovranità autorità e chi ascolta il suo appello rispondono con una obbedienza rapida e incondizionata. Gesù dice: Seguitemi; essi senza esitare lo seguirono. Da quel momento non potranno più tornare indietro. La chiamata di Gesù è perentoria e non ammette né titubanze né dilazioni. Solo lui è il maestro e lo sarà per tutti. Uno solo è il maestro e tra voi siete tutti maestri. Il suo insegnamento non ha nulla di scolastico, non è imparare, ma seguire. La sequela di Cristo e la sua vita testimonianza è la norma della sequela. I discepoli si mettono in cammino e condividono il suo stile di vita. Le ripetute discussioni su chi sarebbe stato il più grande nel regno di Dio indica che i discepoli per molto tempo, si immaginavano un regno terrestre del Messia . Perciò Gesù dovette rivelare progressivamente una nuova concezione di Dio. Essere chiesa significa seguire il Maestro anche nelle sue esigenze che ci fa superare gli incantesimi del consumismo; vivere in comunità la fraternità paritaria; superare la morale del soffri e offri; accogliere sempre l'immagine di Dio che Gesù ci propone; accogliere dentro di noi l'amore di Cristo e di Dio

 

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)


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