Comunicato della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata sulle polemica relativa alla processione a Moncalieri

Nei giorni scorsi, la polemica relativa alla processione, in concomitanza della festa patronale, ha interessato il dibattito pubblico, creando qualche tensione e frizione.

Come Chiesa afferente all'ampio ambito del Vetero Cattolicesimo, il nostro contributo può essere duplice: relativamente al senso delle processioni e alla dialettica tra ambito civile e religioso.
La nostra Chiesa è distante dall'idea e dalla pratica delle processioni con statue raffiguranti Santi o Madonne, con reliquie di vario genere e con il Santissimo Sacramento. Siamo scettici rispetto alla centralità data al culto dei Santi e della Madonna perché, non di rado,si rivelano sentieri che non conducono all'unica meta possibile della preghiera e della devozione: Cristo Gesù.
Nella nostra tradizione, differente da quella cattolica-romana, i Santi possono essere compagni di viaggio e testimoni di fede, da conoscere quando possibile attraverso i loro scritti e le biografie. Si invita a una fede seria, consapevole e adulta che rivolge la preghiera all'unico Dio, senza cadere nell'idolatria pensando che un santo abbia la bacchetta magica. Lungi quindi dal pregarli e celebrarli alla stregua dell'unico mediatore tra l'umanità e Dio.
Anziché avere l'obiettivo di mettere al centro il messaggio evangelico, in Italia si tende a fare un mix tra sacro e profano. In ogni occasione civile vi è sempre un santo o una madonna, e spesso portati in processione. Che si inauguri un giardino o che si consegni una macchina per il volontariato appare sempre un presbitero cattolico-romano con l’aspersorio, spesso invitato dalle amministrazioni comunali. Ormai nella nostra società si evidenzia solo più l'apparire che sostituisce l’essere. Questa è una maschera che nasconde il vuoto che lascia la fede frivola e non fondata più sulle Scritture, ma su regole e dogmi. Se non coinvolgiamo il nostro cuore e la nostra anima sulla strada tracciata da Gesù con le Beatitudini, caratterizzata dalla dedizione alle persone più deboli ed escluse, possiamo dirci ancora cristiani?
Limitatamente al rapporto tra ambito civile e religioso dobbiamo ricordare che tutte le confessioni di fede, sono garantite e tutelate dalla nostra Costituzione.che richiede ai Sindaci e ai rappresentanti politici di essere garanti anche delle minoranze. Non possiamo non auspicare un dialogo, sempre in ottica costruttiva e lontano da qualsiasi desiderio di polemica. Probabilmente, la crescente distanza tra popolazione e manifestazioni di pubblica devozione, può essere il punto di inizio per una riflessione sulle stesse.

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