Poesia di Jorge Luis Borges

Ringraziare voglio
il divino labirinto
degli effetti e delle cause,
per la diversità delle creature
che compongono
questo singolare universo,
per la ragione,
che non cesserà di sognare
un qualche disegno del labirinto, per l’amore, che ci fa vedere gli altri come li vede la divinità,
per il saldo diamante e l’acqua sciolta, per l’algebra, palazzo dai precisi cristalli, per lo splendore del fuoco
che nessun essere umano può guardare senza uno stupore antico,
per il mogano, il cedro e il sandalo, per il pane e il sale,
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede, per l’arte dell’amicizia,
per i fiumi segreti e immemorabili che convergono in me,
per il geometrico e bizzarro
gioco degli scacchi,
per l’odore medicinale degli eucalipti, per il linguaggio, che può simulare la sapienza,
per il mattino, che ci procura
l’illusione di un principio,
per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia, per il coraggio e la felicità degli altri,
per il fatto che questa poesia è inesauribile e si confonde con la somma delle creature e non arriverà mai all’ultimo verso e cambia secondo gli uomini,
per i minuti che precedono il sonno, per il sonno e la morte,
per due tesori occulti,
per gli intimi doni che non elenco, per la musica, misteriosa forma del tempo.

Jorge Luis Borges


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