I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al Vangelo: Lc 4,1-13 - Un cammino di discernimento e libertà
Il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto ci conduce al centro della nostra esperienza umana, là dove si gioca il confronto tra le scelte che danno senso e autenticità alla nostra esistenza e le seduzioni che, al contrario, ci distolgono dal nostro vero essere. Il deserto diventa il simbolo di questa lotta interiore: uno spazio di solitudine e di silenzio, ma anche di profonda riflessione e di discernimento. È il luogo in cui si svelano le illusioni che spesso guidano il nostro agire e in cui siamo chiamati a scegliere tra ciò che è effimero e ciò che è essenziale.
Le figure di Satana e del diavolo, presenti nel racconto evangelico, devono essere lette nella loro dimensione simbolica. Non rappresentano un'entità personale esterna che ci tenta, ma piuttosto le dinamiche interiori ed esteriori che minacciano il nostro cammino spirituale. Sono le paure, le ambizioni, il desiderio di potere, l’egoismo, tutto ciò che ci allontana dalla nostra vocazione profonda e dal progetto d’amore di Dio.
Gesù stesso, vivendo questa esperienza, ci mostra che la tentazione non è solo un evento straordinario, ma una realtà costante della vita umana. Anche Lui si trova di fronte a scelte decisive: affidarsi alla logica del potere o a quella del servizio, cercare sicurezza nel possesso o nella fiducia in Dio, anteporre il proprio interesse o donarsi per amore. Le tre tentazioni che affronta – trasformare le pietre in pane, possedere i regni della terra, mettere Dio alla prova – rappresentano i grandi inganni di ogni epoca. Sono le false promesse che promettono felicità immediata ma che, in realtà, ci rendono schiavi di noi stessi.
La prima tentazione, quella del pane, tocca un bisogno essenziale dell’essere umano: la necessità di sfamarsi, di avere sicurezza materiale. Tuttavia, Gesù risponde che "non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Questo ci insegna che la vita umana non si riduce al soddisfacimento dei bisogni materiali, ma trova il suo senso più profondo in una relazione autentica con Dio. La società odierna ci spinge spesso a credere che il benessere e la ricchezza siano il fine ultimo della nostra esistenza, ma il Vangelo ci invita a riscoprire il valore della semplicità e della fiducia in Dio.
La seconda tentazione riguarda il potere e la gloria del mondo. Il diavolo offre a Gesù tutti i regni della terra, a condizione che si prostri e lo adori. Qui emerge la seduzione dell’ambizione, del dominio sugli altri, del successo a ogni costo. Ma Gesù rifiuta, affermando che solo Dio merita adorazione. Questo ci insegna che la vera grandezza non sta nel possedere e nel comandare, ma nel servire e nell’amare. Il desiderio di potere e di successo può portarci a perdere di vista i valori autentici della nostra vita, facendoci credere che la felicità dipenda dal riconoscimento e dall’approvazione degli altri. Il Vangelo ci invita invece a un cammino di umiltà e di servizio.
La terza tentazione riguarda la manipolazione di Dio: il diavolo chiede a Gesù di gettarsi dal pinnacolo del tempio, per dimostrare la sua identità divina attraverso un intervento spettacolare. Ma Gesù rifiuta, affermando che non bisogna mettere Dio alla prova. Questa tentazione ci parla del rischio di una fede superficiale, che cerca segni eclatanti e certezze immediate, invece di affidarsi con fiducia al mistero di Dio. Quante volte anche noi cerchiamo di forzare la volontà di Dio, chiedendo segni e conferme invece di vivere con fiducia il nostro cammino di fede?
Il male, quindi, non è un’entità astratta e soprannaturale da cui difendersi con riti o superstizioni, ma una realtà concreta che si manifesta nelle scelte ingiuste, nelle oppressioni, nelle guerre, nelle disuguaglianze, nell’indifferenza verso il prossimo. Gesù, con la sua risposta, ci indica un altro cammino: quello della libertà interiore, della fiducia, della capacità di dire “no” alle illusioni e “sì” a ciò che dà senso autentico alla nostra vita.
Questo brano evangelico ci interroga profondamente. Anche noi, ogni giorno, siamo posti di fronte a scelte che mettono alla prova la nostra coerenza e la nostra fede. Quali sono le tentazioni che ci allontanano dalla verità di noi stessi? In che modo possiamo riconoscere e superare ciò che ci impedisce di vivere con autenticita?
La risposta di Gesù è chiara: la vera forza non sta nel dominio sugli altri, ma nella capacità di servire; la vera ricchezza non è nell’accumulare, ma nel condividere; la vera sicurezza non sta nel manipolare Dio, ma nell’affidarsi con fiducia alla Sua volontà.
Nel deserto della nostra esistenza, siamo chiamati a un cammino di consapevolezza e di libertà. Solo riconoscendo le nostre fragilità e affrontando con coraggio le nostre sfide possiamo vivere pienamente la nostra vocazione all’amore, alla giustizia e alla solidarietà. Il deserto può sembrare un luogo di solitudine e privazione, ma in realtà è anche uno spazio di incontro con Dio, un luogo in cui possiamo riscoprire chi siamo realmente e quale direzione vogliamo dare alla nostra vita.
Gesù ci insegna che la tentazione non si supera con la forza della volontà, ma con la fiducia in Dio e con una profonda consapevolezza interiore. Non si tratta di reprimere i nostri desideri, ma di orientarli verso il bene, verso una vita piena e autentica.
Che questa pagina di Vangelo possa essere per noi un'occasione di riflessione e di conversione. Possiamo domandarci: quali sono le tentazioni che più frequentemente minacciano il nostro cammino? Quali sono le false sicurezze a cui ci aggrappiamo? Come possiamo, nel nostro quotidiano, scegliere la via dell'amore, della condivisione e della fiducia in Dio?
Nel deserto della nostra esistenza, possiamo trovare la forza di dire “no” alle illusioni e “sì” alla vita vera.
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