IV DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C
Commento al Vangelo: Lc 1,39-48 - Un inno rivoluzionario

Il brano di Luca 1,39-48 ci offre uno degli inni più celebri della tradizione cristiana: il Magnificat, il cantico di Maria. In queste poche righe si concentra una teologia che ha accompagnato la riflessione e la preghiera della Chiesa universale nel corso dei secoli. Il Magnificat non è solo una lode privata della Madre di Gesù, ma un’espressione di speranza e di lotta per una giustizia che si fa concreta ribaltando l'ordine sociale e che invita alla rivoluzione del cuore umano. La scena si apre con Maria che, dopo l’annuncio dell'Angelo, si mette in viaggio. Un viaggio che, secondo Luca, è caratterizzato da una velocità particolare, «in fretta» (Lc 1,39). È un viaggio che segna un passo decisivo, una discesa nelle profondità della storia umana, ma anche una risposta al messaggio che ha accolto. Maria non perde tempo: sa che la sua missione è di grande importanza e sente l'urgenza di condividere quanto ha ricevuto. Il suo movimento è simbolo di una vita che si mette al servizio di Dio, una vita che risponde prontamente al Suo chiamato, anche se ciò implica fatica, cammino arduo e sfide. La "fretta" con cui Maria parte è un segno di ciò che accade quando si è toccati dal divino: la vita non è più la stessa. L’incontro con il messaggio di Dio cambia il corso degli eventi. Quanti, invece, nella nostra vita, procrastinano, bloccano il cammino di speranza, temendo di abbandonare la zona di comfort? La fede, al contrario, è un invito a muoversi, a non rimanere fermi, ad andare là dove la voce di Dio ci chiama.

Quando Maria giunge da Elisabetta, la sua parente, accade qualcosa di straordinario. Non è solo l'incontro fra due donne, ma un incontro che, secondo la comunità di Luca, è segnato da una potenza che è prima di tutto spirituale. Appena Elisabetta sente il saluto di Maria, il bambino nel suo grembo, Giovanni, «sussulta di gioia» (Lc 1,41). È l’azione dello Spirito che attiva la gioia del bambino non ancora nato, un segno che preannuncia la grandezza di ciò che sta per accadere. Non è un incontro di routine, ma un incontro che racconta il cuore della salvezza. È l’amore di Dio che si fa carne e che scuote non solo il mondo fisico ma anche quello spirituale. Elisabetta, guidata dallo Spirito Santo, pronuncia le parole che segneranno per sempre la memoria cristiana: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo» (Lc 1,42). Qui si compie una benedizione che afferma la singolarità di Maria, che porta dentro di sé un figlio che non è solo un bambino, ma il Messia, il Salvatore del mondo. La reazione di Elisabetta diventa un riconoscimento di ciò che sta avvenendo: Dio ha scelto Maria e il suo "sì" alla Sua volontà. In questo contesto, la risposta di Maria non è una dichiarazione di autoreferenzialità o di orgoglio, ma un atto di umiltà che riconosce la grandezza di Dio. Non è Maria stessa a cercare la lode, ma è la sua obbedienza a Dio che la rende «beata fra le donne».

Il cuore pulsante della pericope è il Magnificat, l’inno che Maria intona in risposta a questa proclamazione di benedizione. Maria non è solo grata per il favore ricevuto, ma canta la magnificenza di Dio che, attraverso di lei, compie la Sua opera di salvezza. La sua lode non è solo personale, ma universale: è un atto di riconoscimento delle meraviglie di Dio, che si estendono a tutti i popoli. Il Magnificat non è solo un inno di gratitudine personale, ma un’invocazione profetica. La giovane Maria, umile e povera, diventa profetessa della grande rivoluzione che Dio sta portando nel mondo. Con lei, Dio compie la Sua promessa di liberazione, capovolgendo gli equilibri di potere e restituendo giustizia agli oppressi. «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,52). Maria sa che Dio sta per realizzare una salvezza che è di ordine mondiale, una salvezza che annuncia il capovolgimento dell’ordine sociale: i ricchi saranno mandati via a mani vuote, mentre i poveri e gli affamati saranno colmati di beni. In questo inno, l’annuncio di Maria è un invito alla speranza per i poveri e gli emarginati, ma anche una sfida per coloro che vivono nel privilegio e nell’ingiustizia. La salvezza non si limita alla dimensione spirituale, ma si fa carne nelle scelte di giustizia e nella promozione della dignità umana. La liberazione di Dio non è un fatto astratto, ma un’azione che ha ripercussioni concrete nel mondo visibile.

Il Magnificat è, senza dubbio, uno degli inni più rivoluzionari del Nuovo Testamento. Non solo perché esprime una grande lode a Dio, ma perché denuncia l’ingiustizia e proclama l'arrivo di un Regno che capovolgerà le gerarchie sociali. È un inno che canta l’intervento di Dio nella storia per cambiare le sorti di chi è oppresso e senza voce. È una rivoluzione che non si basa sulla forza militare o sulla violenza, ma sulla potenza dell’amore che viene da Dio. Luca ci invita a vedere nella nascita di Gesù l’inizio di un nuovo ordine, che non sarà imposto dalla violenza, ma dalla gratuità dell’amore e della giustizia divina. È un ordine che sfida il sistema dei potenti, dei ricchi e dei violenti, ma che si manifesta soprattutto tra i piccoli, tra quelli che sono spesso ignorati dalla società. Il Regno di Dio non è un regno di dominio, ma di servizio, di generosità e di condivisione. In questo contesto, il Magnificat ci invita a vedere la bellezza e la potenza di un Dio che non sta lontano dai poveri, ma che si fa vicino, che si fa carne per loro. È il Dio che non lascia soli i suoi figli e le sue figlie, ma che è sempre presente per sostenerli nella lotta contro le ingiustizie. L’inno di Maria è, dunque, un grido di speranza per coloro che soffrono, ma anche un appello per ciascuno di noi a vivere in modo diverso, a mettere al centro della nostra vita i valori del Regno di Dio.

Il Magnificat è un cammino da vivere. Maria ci invita a riconoscere che, per essere veri discepoli di Gesù, dobbiamo accogliere il messaggio di Dio che ci chiama a metterci in cammino, a lottare per la giustizia e a essere testimoni di un amore che cambia il mondo. È una rivoluzione che parte dal cuore e che coinvolge ogni aspetto della nostra vita: non solo la nostra spiritualità, ma anche le nostre scelte quotidiane, le nostre azioni, il nostro modo di relazionarci agli altri. Maria ci mostra la strada: è la via dell’umiltà, della fiducia in Dio, della disponibilità a camminare là dove ci chiama, anche quando il cammino è difficile e impervio. È la via della speranza, della pace, della gioia che nasce dal sapere che Dio è sempre con noi, soprattutto nei momenti di difficoltà. L’inno di Maria è un inno alla vita, un invito a vivere ogni giorno con la certezza che la salvezza di Dio è già qui, tra di noi, e che ci invita a diventare, a nostra volta, segni di quella salvezza per il mondo.

 

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