X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
Commento a Mc 3,20-35: La Comunità di Gesù

Nel Vangelo di Marco (Mc 3,20-35) troviamo un racconto che mostra il distacco di Gesù dalla sua famiglia d'origine e l'istituzione di una nuova comunità fondata sui suoi insegnamenti. Gesù entra in una casa e, di nuovo, una folla si raduna attorno a lui, tanto che non potevano neppure mangiare. I suoi familiari, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo, dicendo: «È fuori di sé». Questo giudizio severo riflette una profonda incomprensione del suo ministero e della sua missione. Anche il profeta Geremia ha affrontato una situazione simile, dove perfino i suoi fratelli e la casa di suo padre gli si rivoltarono contro (Ger 12,6). La scena originaria diventa così un simbolo del distacco necessario tra le vecchie relazioni familiari e la nuova comunità che si raduna attorno a Gesù. La venuta dei parenti di Gesù, con il proposito di distoglierlo dalla sua attività, evidenzia un conflitto interiore e relazionale che molti potrebbero riconoscere ancora oggi. La famiglia, spesso considerata il luogo di massimo supporto e comprensione, qui si trasforma in una fonte di incomprensione e critica. Questo ci invita a riflettere su come, anche oggi, le persone che scelgono di seguire una vocazione spirituale o un percorso di vita alternativo possano trovarsi a dover affrontare il giudizio e la resistenza di coloro che sono più vicini a loro. La risposta di Gesù a questo giudizio, continuando la sua missione nonostante l'opposizione, è un potente esempio di fede e determinazione. Con l'entrata in scena degli scribi di Gerusalemme, la situazione si complica ulteriormente. Gli scribi accusano Gesù di essere posseduto da Beelzebùl e di scacciare i demoni per mezzo del principe dei demoni. Questa accusa non solo è grave, ma anche un tentativo di minare la sua autorità spirituale e carismatica. Tuttavia, Gesù risponde con una parabola sulla casa divisa contro se stessa, affermando che Satana non può scacciare Satana. Spiega la sua missione con la metafora dell'uomo forte legato e della casa saccheggiata, presentandosi come colui che ha il potere di sconfiggere il male e liberare l'umanità dalle sue oppressioni. Questo confronto con gli scribi mette in luce il conflitto tra il vecchio ordine e il nuovo messaggio di Gesù, un invito a un cambiamento reale che supera le barriere della comprensione tradizionale. La parabola che Gesù utilizza è una lezione di grande importanza per la comprensione della sua missione e della natura del Regno di Dio. Egli sottolinea che un regno diviso non può resistere, che un sistema in conflitto con se stesso è destinato al fallimento. Questo insegnamento è rilevante ancora oggi, in un mondo spesso frammentato da divisioni interne, sia a livello personale che collettivo. La chiamata di Gesù a superare queste divisioni attraverso l'unità spirituale e la solidarietà è un messaggio che risuona con forza nelle nostre comunità moderne, invitandoci a lavorare insieme per la guarigione e la liberazione di tutte le persone. Quando i parenti di Gesù arrivano per cercarlo, egli chiarisce chi è la sua vera famiglia: “Chi fa la volontà di Dio, costui è per me fratello, sorella e madre”. Questo passaggio non solo ridisegna le relazioni familiari, ma stabilisce una nuova comunità basata sull'obbedienza alla volontà di Dio. Elisabeth S. Fiorenza sottolinea che nella comunità di Gesù non c'è spazio per le strutture patriarcali tradizionali; piuttosto, questa nuova famiglia include fratelli, sorelle e madri, ma significativamente non i padri, simboleggiando una rottura radicale con il sistema patriarcale. La comunità dei discepoli e delle discepole di Gesù diventa così una nuova famiglia spirituale, unita non da legami di sangue, ma dalla comune adesione al messaggio di Gesù e dalla partecipazione alla bontà misericordiosa di Dio. In un mondo contemporaneo, questo insegnamento ci invita a ripensare le nostre nozioni di famiglia e comunità. La famiglia di Gesù non è limitata dai legami di sangue o dalle strutture patriarcali, ma è aperta a tutti coloro che fanno la volontà di Dio. Questo implica una comunità inclusiva e accogliente, che si fonda sulla compassione, la giustizia e l'amore incondizionato. Le parole di Gesù ci sfidano a creare spazi dove tutti possono trovare un senso di appartenenza e supporto, indipendentemente dalle loro origini o dalle loro storie personali. Oggi, la comunità di Gesù può essere vista nelle molteplici forme di comunità di fede che esistono in tutto il mondo. Queste comunità, sebbene diverse nelle loro pratiche e tradizioni, condividono l'obiettivo comune di seguire gli insegnamenti di Gesù e di vivere secondo i valori del Regno di Dio. In un'epoca di crescente individualismo e divisione sociale, la chiamata di Gesù a formare una nuova famiglia spirituale basata sull'amore e sulla giustizia è più rilevante che mai. Le chiese, le comunità di base, i gruppi di preghiera e le organizzazioni di volontariato rappresentano moderne espressioni di questa comunità di Gesù. Esse lavorano per promuovere la dignità umana, la solidarietà e il sostegno reciproco, offrendo un rifugio spirituale e materiale a chiunque ne abbia bisogno. In un contesto globale segnato da crisi economiche, migrazioni forzate e cambiamenti climatici, queste comunità diventano segni tangibili del Regno di Dio in mezzo a noi. La missione di Gesù, spesso fraintesa e ostacolata dai più vicini a lui, dimostra la necessità di una nuova identità collettiva basata su valori spirituali e morali che trascendono le tradizioni umane. La predicazione di Gesù non è semplicemente un nuovo insegnamento, ma un invito radicale a una trasformazione profonda e autentica. In questo senso, la comunità di Gesù continua a crescere e a evolversi, accogliendo chiunque sia disposto a fare la volontà di Dio e a vivere secondo i principi del Vangelo.

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero Cattolica Riformata)


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