ASCENSIONE DEL SIGNORE - SOLENNITÀ - ANNO B
Commento al Vangelo: Mc 16,15-20 - Il mandato di annuncio
La testimonianza iniziale della comunità di Marco conclude il suo vangelo con il capitolo 16 annunciando la resurrezione di Gesù e l'invio delle donne ad annunciare questa bella notizia. Questo finale ha creato un po' di scandalo e nella prima metà del secondo secolo sono stati aggiunti altri due finali. Questa che abbiamo letto è quella considerata canonica.
Gesù si fa presente agli Undici, e li rimprovera e li apostrofa "duri di cuore” perché non avevano creduto alla sua resurrezione. Se ci ricordiamo quando Gesù fu catturato i discepoli sono fuggiti e Pietro lo ha pure rinnegato. Ebbene Gesù a questi discepoli immaturi, che ancora non avevano capito nulla del suo messaggio, che erano titubanti e non avevano fede, ovvero fiducia incondizionata in quel Dio di amore, dà un compito importante, proprio loro che sono uomini imperfetti. Perché questo mandato a delle persone che ancora non avevano capito totalmente il messaggio di Gesù? Perché Gesù individua persone di cuore, non dei superman, dei super eroi. Infatti se ci ricordiamo quando Gesù aveva intuito che tra i discepoli vi era una rivalità su chi doveva comandare e aveva individuato questo comportamento proprio in Pietro, l'ha preso in disparte e per 3 volte gli ha chiesto Mi ami? E per tre volte non ricevendo la risposta corretta dal suo discepolo gli ha detto "non preoccuparti di voler essere superiore agli altri, occupati delle pecore e degli agnelli del gregge facendo memoria di ciò che ho fatto io.
Gesù da il mandato a chi è inferiore, a chi è umile, con le loro debolezze, con le loro fragilità perché è proprio nella debolezza di ognuno che scaturisce la buona notizia.
Gesù disse loro: “andate in tutto il mondo" e il messaggio non é rivolto solo a loro, ma anche a noi che ci mettiamo alla sua sequela. Gesù li aveva chiamati per essere pescatori gli uomini che cosa significa? Predicare la resurrezione e trasmettere i suoi insegnamenti perché non è solo attraverso la croce che siamo stati salvati, ma anche per la Parola salvifica che ci smuove le coscienze e ci fa svegliare. Quella parola di amore che deve raggiungere ogni creatura e non ci deve essere nessuno al mondo che possa sentirsi escluso da questo amore, da questo messaggio salvifico.
Gesu rivolge anche a noi "andate per le strade di tutto il mondo, chiamate i miei amici per fare festa c'è posto per ognuno alla mensa della mia parola".
Quando si accoglie questa buona notizia si cambia vita e allora sì che è festa perché la Parola sconfigge la tristezza e il buio del nostro cuore.
Cosa significa cambiare vita? Non si vive più solo per sé, ma si vive per gli altri.
Quali sono i compiti di ognuno di noi? Opporsi con tutto noi stessi all'impero del male - all'epoca di Gesù la possessione demoniaca era proprio l'oppressione dei popoli. Lo scacciare i demoni vuol dire convertire i cuori delle persone continuando imperterriti ad annunciare l'amore, l'uguaglianza, la libertà. Oggi celebriamo come popolo italiano la liberazione da quel periodo buio che è stata la seconda guerra mondiale. Ma oggi ci sono dei paesi che non sono ancora liberi, a qualche centinaia di distanza da noi vi è una guerra in corso, vi è il Cristo che viene inchiodato di nuovo su quella maledetta croce. Maledetta perché per un Dio la morte di croce è il suo farsi maledetto di fronte agli uomini per poi ridare vita e rinnovare tutte le cose. E così lo scacciare le tentazioni dell’economia, del potere, del denaro
Lo scacciare i demoni vuol dire liberare anche le persone da credenze che impediscono l’accoglienza del messaggio di Gesù. Liberiamoci dalla superstizione e dell'idolatria pregando mille madonne e mille santi alla ricerca di un miracolo, liberiamoci dallo sgranare i rosari e da mille liturgie sontuose, dai crocifissi d'oro e dalla statue… sono cose superflue che ci nascondono il messaggio di Cristo, ci nascondono la salvezza. Serve la semplicità, servono uomini e donne di tutti i giorni , proprio come erano i discepoli senza tanti fronzoli, senza tante cose per la testa. Serve quindi Testa e Cuore per poter prendere in mano i serpenti che incontriamo per dirgli hai la possibilità di una nuova vita che ti sta per essere data con l'ascolto della Parola.
Prenderemo in mano i serpenti, perché possiamo non avere paura di ciò che può farci del male perché abbiamo fiducia in quel Dio strano, noi preferiamo che tante cose stiano lontane da noi perché ci fanno paura; la Parola di Dio ci libera dalla paura, ci permette di affrontare e prendere in mano i nostri serpenti.
Imporre le mani ai malati che guariranno. Che vuol dire? Innanzi tutto la traduzione vera è "avranno del bene". Vuol dire dare significato alle azioni e sollevare dalle fatiche e sofferenze il nostro prossimo e indicare che la Parola guarisce. La parola che ci pulisce dalle nostre inautenticità, che ci libera dalle nostre stupide fantasie di un Dio che ci creiamo a nostra immagine e somiglianza per i nostri comodi. La parola ci fa capire che quel Dio umano si incarna quotidianamente in noi uomini, che si da alla croce ogni giorno che qualcuno viene ammazzato dalla follia umana, che si consegna alla passione ogni volta che noi stesso lo accusiamo e che si abbandona ai nostri scherni quando emarginiamo e discriminiamo qualcuno.
Annunciare che Dio non ci ha abbandonato mai e non lo farà mai e quindi solamente avendo accolto e capito davvero questo messaggio non saremo tentati a non essere autentici cristiani.
Annunciare l'evangelo con le lingue del nostro cuore, con la concretezza di tutti i giorni rendendo quindi autentica la nostra vita alla sequela di Cristo.
E ora Gesù viene elevato in cielo. Che vuol dire? Gesù salendo si siede alla destra del Padre, ovvero riacquista la sua condizione divina, attenzione che questo salire al cielo non è fisicamente. E distacchiamoci da una condizione teistica di Dio, perché quel Dio che noi predichiamo è qui, in mezzo a noi, nel nostro cuore e nella nostra mente. Impariamo ad ascoltarlo. E quindi questo rifarsi vivo di Cristo nel nostro cuore per dirci ci sono nella tua quotidianità, ci sono sempre stato e ci sarò sempre accorgitene. Non sono morto, ma sono vivo in te ricongiungendomi a quel Dio che tu hai dentro.
Questa ascensione non è dunque una separazione tra Cristo e gli uomini, ma Gesù, nella pienezza della condizione divina, collabora con noi e si fa vivo in mezzo a noi con lo Spirito.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme a loro, nel loro cuore. Anche tu che ci senti, che partecipi a questo liturgia hai Cristo nel cuore, accorgitene e vai per le strade del tuo quotidiano ad annunciare che Dio esiste, ci ama ed è dentro noi per sempre.
(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)