Le Ceneri - Commento alle letture

In questa giornata particolare dell’anno liturgico, in cui si comincia il cammino della Quaresima, mi soffermo su alcuni temi, secondo me molto importanti. Il tema della Ricompensa, il tema della Compassione, il tema della Giustificazione, il tema della Misericordia e il tema della Salvezza. Spesso quando mi capita di parlare di Dio con persone di vari ceti sociali, credenti e non, traspare l’idea di un Dio che sembra in attesa del giorno propizio per giudicarci. L’idea di Dio incute sempre un certo timore avvolto dal mistero. Come se fossimo intrappolati in un circuito chiuso dal quale non si può sfuggire.

Un giorno, un giovane amico, mi disse che a lui sembrava sconveniente credere, perché la fiducia nel Dio cristiano è contornata solo da croci e sofferenze. Mi disse: Possibile che Dio ci abbia messo su questa terra solo per soffrire e tribolare? Meglio non credere e vivere come se nulla fosse. Sta quaresima poi, che noia, solo digiuni e penitenze. Meglio se tu ti tieni il tuo Dio e io mi faccio i fatti miei. Sapete cosa ho risposto? Hai ragione. Spesso sembra proprio che le cose stiano cosi. O forse hai ricevuto cattive informazioni? O forse è l’uomo che ha inteso male le cose? Andiamo a leggere cosa ci suggerisce la liturgia del giorno.

Quale Dio traspare da queste letture? Quali sono le qualità esposte proprie del nostro Dio? Iniziamo col profeta Gioele: "laceratevi il cuore e non le vesti", e ancora "tornate a me con tutto il cuore" perché il Signore è: misericordioso, pietoso, lento all’ira, grande nell’amore. Egli si muove a Compassione del suo popolo. Mi sembra che ce ne sia già abbastanza. Forse allora, è vero che Dio ci chiede di essere umili, riconoscere che abbiamo bisogno di Lui per essere salvati, ma sembra che sia tutt’altro che severo e credo che l’uomo abbia un idea di Dio molto distorta. A noi Dio chiede veramente poco e sono tutte cose facili da realizzare, la sola condizione è non scordarsi che abbiamo bisogno di Lui, rinunciare alla superbia di credere che possiamo fare da soli. Ce lo suggerisce il Salmo "crea in me o Dio un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo" e "rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso". Dunque, è Lui che opera in noi, Lui ci rende giusti, noi possiamo solo dimostrare la buona volontà e la fiducia. Mi sembra ben poca cosa. Ancora Paolo nella lettera al Corinzi cita un passo di Isaia dove l’immagine di Dio sembra molto chiara: "ti ho esaudito e ti ho soccorso". Più semplice di così.

Il Vangelo mi sembra molto chiaro sul tema della Ricompensa. Cosa serve per ricevere una ricompensa da Dio? Agire per amore Suo, se è il caso anche nel segreto, ma in qualsiasi circostanza, non operare mai con l’intenzione di farsi notare dalle persone, dimenticando Dio. Perché dunque bisogna fare il bene? Per amore verso Dio e verso il prossimo. Senza questa intenzione di fondo non c’è ricompensa, ma solo futili complimenti che finiscono nel nulla.

Riassumendo, mi sembra di poter dire ancora una volta che forse l’uomo non ha ancora capito che molto di quello che si pensa di Dio, è sbagliato. Dio non pretende molto da noi. E’ Lui che agisce al posto nostro, ci salva, ci perdona, ci rende giusti, ci soccorre, ci esaudisce, e anche nei momenti di sofferenza, che ci sono purtroppo, ci sostiene con la Sua forza.
Cosa ci è chiesto allora? Stare con Lui, fidarci, essere disponibili con gli altri, non essere superbi, non giudicare, e quando le difficoltà arrivano (nella maggior parte dei casi, causate dell’uomo), chiedere aiuto, e al peggio ci pensa lui. È pur vero che anche Gesù dovrà patire, sempre appunto a causa dell’uomo, ma il terzo giorno Risorgerà. Noi adesso viviamo nel tempo della resurrezione, non in quello della morte, non scordiamolo mai.

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)


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