Predicazione su Mt 13,16-19

La comunità di Matteo ha visto nella fede di questo discepolo un punto di riferimento per la sua fede, vedendo il suo essere alla sequela di Cristo, anche se segnata da tradimenti e fragilità. Resta sempre più evidente che questo capitolo è una costruzione della comunità matteana, anche perché Gesù non ha mai pensato di fondare nessuna religione e nessuna chiesa. Lui era di religione ebraica fino al midollo e non si sarebbe mai sognato di pensare a una chiesa distinta dall’ebraismo. Egli vive fino all’ultimo come credente ebreo. Se ci focalizziamo sulla figura di Pietro è necessario mettere anche in risalto le sue fragilità e i suoi tradimenti, questo non vuol dire screditare la sua figura, ma evidenziarne la debolezza umana. Quante volte anche noi alla sequela di Cristo, abbiamo avuti dei ripensamenti e delle fragilità? Le comunità che hanno scritto i vangeli fanno di Pietro, come degli altri apostoli, modelli ed esempi non per essere osannati, ma per calarsi sempre di più nell’umanità di ognuno. è necessario così rivedere il suo rapporto con Gesù di cui abbiamo evidenza anche negli scritti del Secondo Patto. Se vogliamo studiare fino in fondo questa pericope e focalizzarci sulla figura reale di Pietro per riscoprirla nella sua originalità dobbiamo ricordare che il Vangelo attribuito alla comunità di Matteo è stato composto in Siria dove erano frequenti le persecuzioni di cui parlano gli Atti al capitolo 8. Proprio nella città di Antiochia, le prime comunità avevano trovato un posto sicuro e si era formata una comunità composta sia da giudei sia da pagani. Con il tempo questa comunità si sfalda per evidenti ragioni di tradizioni, un po’ come succede ancora oggi tra le chiese, sintomo che non si è capito nulla dalla storia. Tutto ciò portò a una protesta e discussione tra Pietro e Paolo. Pietro lasciò Gerusalemme e probabilmente si trasferì ad Antiochia lasciando la direzione della comunità cristiana di Gerusalemme a Giacomo, ma iniziando un ruolo di mediazione tra le due falangi della comunità. Attribuendo a Pietro la posizione di mediatore, il vangelo matteano pone alla comunità un modello per essere tutti quanti mediatori tra tutti e non per imporre un dominio come quello pontificio. Una figura papale è incompatibile solo se guardiamo al fatto che l’autorità di legare e sciogliere viene attribuit da Matteo a tutta la comunità, ponendo come base quella che è la democrazia all’interno delle stesse comunità. Ma c’è anche un aspetto ben più radicato in Matteo come in Giovanni: la contestazione feroce dell’autorità e del magistero dottrinale già solo condannando aspramente scribi e farisei. Anche la scelta del termine greca ekklesìa, più politico-diplomatico, è importante in questo contesto perchè il vangelo matteano si pone come mediatore tra le due comunità e non come un comandante: infatti non vi è una parola giudaica ma neanche greca Chiaro che a questo punto possiamo intuire la volontà della comunità matteana di inserire questo aspetto a livello globale, di rendere evidente la contrapposizione del cristianesimo alle istituzioni religiose e ai movimenti ecclesiastici di qualunque origine e infine l’opposizione al comando all’interno della “chiesa”. A questo punto dopo aver sdoganato un pensiero insito in noi a causa della tradizione, possiamo iniziare a guardare in profondità la figura di Pietro, liberato dai panni papali che gli hanno messo addosso in questa secoli di storia. La sua fede, semplice e audace, ha fatto di questo pescatore un testimone al seguito della Parola. Le scritture ce lo presentano come un uomo fragile, come noi, nè più nè meno, un uomo che tradisce e che quindi merita l’appellativo del satana che si deve convertire, ma nello stesso tempo, se leggiamo attentamente il Vangelo e ci focalizziamo sulla figura di questo apostolo, possiamo evidenziare il suo amore per Gesù e la sua capacità di pentirsi e di convertirsi. Ecco quindi che è necessario vedere in lui uno dei portatori dell’accoglienza, della conciliazione, dell’esortazione all’amore e alla libertà, alla valorizzazione delle differenze che dovrebbero essere un dono per le comunità che si mettono alla sequela di Cristo.

 

(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)


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