Cara Maria di Nazareth

Come ti hanno tradito! Io ti voglio bene e non ti prego perché prego solo Dio. Solo Dio!

Ma tu sei per me come sposa di Giuseppe, madre di Gesù e degli altri vostri sette figli.
Per me Gesù il vostro primo figlio è il profeta dei poveri della storia, non l'unico, ma amico di tutti i profeti del mondo.

La tua fede in Dio e il tuo stare sempre dalla parte dei poveri, dei deboli, aver accompagnato Gesù negli anni dell'inizio del suo ministero, essere stati tu e Giuseppe, al suo fianco nel tempo, e la tua vita, sposa e madre in quegli anni di povertà e di cura della famiglia, tutto mi fa comprendere meglio la tua grande fede.

Ricordo la tua paura che Gesù si mettesse in pericolo con il suo parlare sempre molto schiettamente, con i suoi gesti audaci....Certo tu per prima hai percepito che non si metteva bene per questo tuo figlio.... eppure hai continuato ad essergli vicino ma nello stesso tempo lasciandolo libero di seguire la sua vocazione.

Il potere costituito non lo ha sopportato e lo ha ucciso.

La leggenda della tua verginità e delle tue apparizioni sono invenzioni del potere patriarcale: celebrare una donna per opprimere le altre. Per me sei sempre Maria di Nazaret.

Le molte madonne create ad hoc per fare affari [economici e non solo] non hanno nulla, ma proprio nulla, a che fare con te, donna vera, sposa, madre di una numerosa famiglia, tra i quali Gesù uno dei profeti che Dio ci inviato per aiutarci a fare scelte di pace di giustizia e di uguaglianza.

La gerarchia cattolica [romana] ha inventato la madonna facendone luoghi di pellegrinaggi e presunte guarigioni. Ma questa madonna fittizia, inventata per far soldi e gloria dell'istituzione, non sei tu, cara Maria. Tutti i rosari di questo mondo, i santuari e le apparizioni sono fatti per diffondere la superstizione e accumulare denaro.....

Tu Maria, quella reale , che ho descritto sopra , davvero ci insegni la strada di Gesù, tu sei un Vangelo vivente e noi cerchiamo di imitarti senza cedere alle superstizioni [...] e mille altre di queste imposture.

don Franco Barbero


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