EPIFANIA - ANNO C
Commento al Vangelo: Mt 2,1-12 - Seguendo la Stella
Il racconto evangelico dell'Epifania, con i Magi che seguono la stella fino a Betlemme, è una delle narrazioni più suggestive e simboliche del Nuovo Testamento. Questo episodio non è solo una cronaca di eventi, ma una composizione poetica e midrashica che ci invita a riflettere su temi universali quali la ricerca della verità, l'apertura del cuore alla novità di Dio e il cammino della fede. L'Epifania è un invito a lasciarci guidare dalla luce divina, che si manifesta nei modi più imprevedibili, e a rispondere con coraggio e umiltà alla chiamata che Dio ci rivolge attraverso i segni del tempo e della storia. I Magi, figure misteriose provenienti da terre lontane, rappresentano l'umanità intera in cammino verso la verità. La loro storia è il simbolo di un viaggio che è insieme fisico e spirituale, un viaggio che richiede l'abbandono delle certezze, l'apertura alla sorpresa e la capacità di affrontare l'ignoto con fiducia. La stella, che li guida fino a Betlemme, diventa il segno della presenza di Dio che illumina il cammino di ogni essere umano. Essa non è sempre luminosa e chiara: vi sono momenti di dubbio e di oscurità, ma proprio in queste situazioni siamo chiamati a perseverare, confidando che Dio non ci abbandona mai. Il viaggio dei Magi è anche un potente richiamo alla necessità di abbandonare le false sicurezze e di mettersi in cammino con cuore aperto. Essi lasciano i loro beni, il loro status e le loro comodità per seguire un segno nel cielo, spinti dal desiderio di incontrare il re dei Giudei. Questo gesto ci ricorda che la fede autentica richiede un distacco da tutto ciò che ci trattiene e una disponibilità a lasciarci trasformare dall'incontro con Dio. La loro storia è un esempio concreto di come la ricerca di Dio non sia mai priva di rischi e difficoltà, ma sia sempre sostenuta dalla speranza e dalla fiducia in una luce che ci guida.
Un elemento fondamentale del racconto dell'Epifania è il contrasto tra i Magi e i potenti di Gerusalemme. I primi, pur essendo lontani dalla tradizione religiosa ebraica, riconoscono i segni di Dio e si mettono in cammino. Al contrario, Erode e i capi religiosi, pur avendo a disposizione le Scritture e una conoscenza approfondita, rimangono statici e chiusi nel loro potere e nelle loro sicurezze. Questo contrasto è una provocazione per ciascuno di noi: siamo in cammino come i Magi, o siamo immobili come Erode? Siamo disposti a seguire la luce che Dio ci offre, o ci accontentiamo di un Cristianesimo superficiale e formale? La figura di Erode è particolarmente significativa in questo contesto. Egli si mostra interessato a conoscere il luogo della nascita del Messia, ma il suo vero intento è quello di eliminare una minaccia al suo potere. Questa ambiguità rappresenta il rischio di strumentalizzare la religione per fini egoistici, un pericolo che non appartiene solo al passato, ma che si ripresenta continuamente nella storia umana e nella vita della Chiesa. Anche oggi, come allora, vi sono persone che si servono della fede per consolidare il proprio potere, anziché mettersi al servizio del Regno di Dio.
Un altro aspetto fondamentale del racconto è il ruolo della stella, simbolo della guida divina. La stella non è solo un fenomeno naturale, ma un segno che parla al cuore di chi è disposto a vedere. Essa rappresenta la luce di Dio che illumina ogni uomo e ogni donna, invitandoli a mettersi in cammino verso di Lui. Tuttavia, questa luce non è sempre chiara e immediatamente comprensibile. Vi sono momenti di oscurità, di eclissi, in cui la stella sembra scomparire. Questi momenti sono parte integrante del cammino di fede, che non è mai lineare o privo di difficoltà. La stella ci ricorda che Dio si manifesta in molti modi e che sta a noi riconoscerlo nei segni del quotidiano. Essa può assumere forme diverse: una persona che ci ispira, un evento che ci scuote, una parola che ci colpisce. Il compito di ciascuno di noi è quello di essere attenti e vigilanti, pronti a seguire i segni che Dio ci mette davanti.
Il racconto dell'Epifania si conclude con un dettaglio significativo: i Magi, dopo aver incontrato Gesù, tornano al loro paese "per un'altra strada". Questo particolare non è solo un espediente narrativo per evitare Erode, ma un simbolo della trasformazione che deriva dall'incontro con Cristo. Chiunque incontri veramente Gesù non può più percorrere le stesse vie di prima. L'incontro con Lui cambia radicalmente il nostro modo di vedere, di pensare e di agire. Tornare "per un'altra strada" significa scegliere un nuovo stile di vita, orientato non più al potere, all'egoismo o alle apparenze, ma all'amore, alla giustizia e alla solidarietà. Questo cambiamento non è mai facile o immediato, ma richiede un impegno costante e una disponibilità a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo.
L'Epifania non è solo una narrazione del passato, ma un messaggio per il presente. Essa ci invita a interrogarci su quale sia la nostra posizione nel cammino della fede. Siamo viandanti come i Magi, pronti a metterci in gioco e a seguire la luce di Dio, o siamo fermi come Erode, preoccupati solo di difendere le nostre sicurezze? Sappiamo riconoscere le stelle che Dio ci mette davanti, o ci lasciamo distrarre dalle luci effimere del mondo? La fede non è un rifugio sicuro o una serie di certezze immutabili, ma un'avventura che ci porta a uscire da noi stessi, a incontrare l'altro e a metterci al servizio del Regno di Dio. Questa avventura è accompagnata dalla gioia profonda che nasce dall'incontro con Cristo. Il Vangelo ci dice che i Magi, vedendo la stella, "provarono una gioia molto grande". Questa gioia non è superficiale o passeggera, ma è il segno della presenza di Dio nella nostra vita. Ogni volta che rispondiamo alla sua chiamata e scegliamo di camminare sulle sue vie, sperimentiamo una gioia che nessuno può toglierci.
Il racconto dell'Epifania ci ricorda che la luce di Dio non è riservata a pochi eletti, ma è offerta a tutti. I Magi, pur essendo lontani per cultura e religione, sono accolti e guidati da Dio. Questo ci invita a superare ogni forma di esclusivismo e a riconoscere che la salvezza è per tutti. L'incontro con Cristo ci spinge a guardare oltre i confini delle nostre comunità e a costruire ponti di dialogo e di solidarietà. In un mondo spesso diviso da conflitti e incomprensioni, l'Epifania è un appello alla pace e alla fratellanza universale. Essa ci invita a essere portatori della luce di Cristo, testimoniando con la nostra vita il suo amore e la sua misericordia. In definitiva, il racconto dell'Epifania è un invito a fare della nostra vita un viaggio di ricerca, di incontro e di conversione. Come i Magi, siamo chiamati a metterci in cammino, a lasciarci guidare dalla stella e a tornare "per un'altra strada", testimoniando con gioia la presenza di Dio nel mondo. Ogni passo che compiamo verso di Lui è un passo verso la vera gioia e la vera pace, che solo Lui può donare.
(Questo contenuto è di proprietà della Chiesa Vetero-Cattolica Riformata)