Commento al Vangelo del giorno Gv 21,1-25 - "Mi ami tu?"
Già il Vangelo di Giovanni non è semplice, ancora di più il capitolo 21, che sembra essere un'aggiunta fatta all’ultimo con il fine di far entrare nello stesso vangelo sia la filosofia della comunità di Pietro sia quella del discepolo che Gesù amava. Semplicemente vi erano più maniere diverse nel riferirsi a Gesù.
Anche in questa testimonianza, sono evidenti i racconti dell’apparizione che sono come detto più volte un genere letterario presente nelle sacre scritture. L’ultima volta che Gesù si manifesta ai suoi discepoli è su questo lago. Se ci ricordiamo anche le altre volte, per non scordare il momento della condivisione dei pani e dei pesci. Ci sono 7 (indica totalità) discepoli e a loro si presenta Gesù stesso dopo una notte di duro lavoro e senza risultati. Gesù, nuovamente non riconosciuto dai discepoli, invita i suoi a rigettare le reti con il conseguente risultato sorprendente. Mentre rientrano a riva, trovano Gesù e adesso sì che lo riconoscono perché Gesù si mostra con l’unico distintivo che rende riconoscibile sia lui che i suoi discepoli, cioè il servizio: la preparazione del pane e del pesce per ristorarli dalla fatica di una notte e per comunicargli nuovamente la sua vicinanza. Messaggio che da anche a noi: è lui la Parola, è lui il pane della vita, quello che ci da forza e coraggio nelle vicissitudini della nostra quotidianità.
La seconda parte riguarda un bel dialogo tra Gesù e Pietro. Gesù chiede a Pietro: «Simone, figlio di Giovanni»”, figlio ovvero discepolo e di Giovanni (ovviamente il Battista, molto trattato e citato in Giovanni).
«Mi ami tu più di costoro?» Pietro vuole essere il capo del gruppo, un po’ una supremazia che si contendevano i discepoli come si contendono ancora oggi in alcune chiese. Gesù capendo l’antifona chiede a Pietro “cosa ti contraddistingue dagli altri? Tu mi ami più di tutti gli altri tuoi compagni? E Pietro gli risponde “«Sì Signore», senza però rispondere alla domanda posta da Gesù. Il verbo agapao usato in Gv viene tradotto amare e significa “amore incondizionato e gratuito. Pietro non può rispondere di sì e furbescamente dice: “«Sì Signore, tu lo sai ...». Ma il verbo amare che viene attribuito alla risposta di Pietro è phileo tradotto con “voler bene”. Gesù lo spiazza rispondendo occupati degli agnelli, non occuparti di voler essere il primo di tutti. E ancora una volta gli chiede se lo ama ma eliminando il paragone. Pietro risponde nuovamente come prima. E Gesù nuovamente lo spiazza rispondendogli occupati delle mie pecore, non occuparti di voler essere il primo di tutti.
Terza volta, numero che Pietro ricorda molto bene. Gesù sta volta usa il verbo voler bene e non più amare. Pietro si ricorda del tradimento e gli risponde “tu conosci tutto di me”. Gesù risponde occupati di tutto il gregge. Ma che significa? dare la Vita con v maiuscola al gregge donando la propria.
Gesù poi gli dice «Quando eri giovane ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti porterà dove tu non vuoi»”. ricordandogli la crocifissione e assicurandogli che non sarà una sconfitta per nulla.
“Mi ami tu?” è la domanda che fa Gesù a tutti noi. Ed è per amore e passione per il Vangelo che nelle nostre comunità bisogna spendersi.
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